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双语阅读:教宗的视频和雷枢机的信函

天瓯智库 天瓯智库 2020-03-13
本文作者:斯特凡尼娅·法拉丝卡(Stefania Falasca),意大利第四大报《未来报》驻梵蒂冈记者兼专栏作家。
让我们一起祈祷,愿在中国的教会能坚持忠于福音,增进合一这是教宗方济各委托给教全球祈祷网络发布的3月祈祷意向。教宗全球祈祷网络创立于18世纪末,至今五大洲已有3500万天主教信友加入其中。

3月5日(周四),通过一则视频,教宗发出了呼吁。正如我们在上一篇文章中已经提到的那样,这是教宗为了中国天主教团体发出的呼吁。视频采用九种语言,圣座媒体(Vatican Media)负责录制。这再次彰显出中国的教会团体在教宗心中的重要地位。
对教宗方济各而言,传扬福 音和促进团结是当务之急。在视频中他说道:今天在中国,教会带着希望向前看。他强调教会渴望中国教徒是真正的教徒,同时也是好公民,他发出呼吁,也表达出明确的愿望:传扬福 音,但是不劝人改变信仰,并要促进分裂的天主教团体实现合一”。因此,通过这则视频,教方济各巩固了在中国天主教团体重返团结之路上所迈出的步伐——其中包括2007年本笃十六世《致中华人民共和国内天主教主教、司铎、度奉献生活者、教友函》以及2018年9月26日教宗方济各的《致中国天主教信友及普世教会文告》,文告中他就2018年9月22日圣座和中华人民共和国签署的关于主教任命的临时协议作了说明。
中国教会的团结合一是首要之务,这一点在枢机团团长乔瓦尼·巴蒂斯塔·雷枢机2月26日发给所有枢机主教的信函中也得到了体现,这封信也标志着有关中梵关系的讨论迎来了转折点。实际上,它体现出圣座的态度发生了变化。近年来,即使教会内部有着争议,圣座也一直表现出相当大的容忍度。圣座如今并没有失去耐心,而是希望就可能会导致误解的虚假信息和不谐迹象做出澄清。其目的在于,消除言论和判断上的混乱,突出事实和文件,从而“促进和解,增进合一,传扬福 音”。

乔瓦尼·巴蒂斯塔·雷枢机 图片来自VaticanNews

而来自教宗方济各的这一视频发出之后,中国天主教团体表示“受到了欢迎,大家倍感鼓舞,非常感谢教宗”。这体现出了教宗对我们的关心,对我们在中国这个小小的天主教团体的关心。信德社和“进德公益”(该组织设于河北省省会石家庄市)的创始人张士江神父说出了中国天主教信友对于教宗这番话的感受。“教宗方济各希望我们成为真正的基督徒和好公民,并要求我们实现信仰的团结共融。这也是教宗若望·保禄二世和荣休教宗本笃十六世曾对我们说过的。三位教宗向中国基督徒团体传达了同样的信息。这也就是我们在中国大陆努力进行的工作,克服分歧,加强合作”。



意大利文版: 

  
Il videomessaggio del Papa e la lettera del cardinale Re
«Affinché la Chiesa in Cina cresca nell’unità». 
 
Stefania Falasca
 
«Preghiamo insieme affinché la Chiesa in Cina perseveri nella fedeltà al Vangelo e cresca nell’unità». È questa l’intenzione che Francesco ha voluto affidare per il mese di marzo alla Rete Mondiale di Preghiera del Papa, associazione nata alla fine del XVIII secolo a cui aderiscono oggi 35 milioni di cattolici dei cinque continenti.
Diffusa giovedì 5 marzo attraverso un videomessaggio, l’invocazione del Pontefice è dedicata, come avevamo anticipato nel precedente articolo, alla comunità cattolica cinese. Tradotto in nove lingue, il video è stato preparato in collaborazione con Vatican Media, che ne ha curato la registrazione e mostra ancora una volta quanto stia a cuore al Papa la vita della comunità ecclesiale nella Terra di mezzo. 
Per papa Francesco promuovere l’annuncio del Vangelo e favorire l’unità sono una priorità. Nel video afferma che «al giorno d’oggi in Cina la Chiesa guarda avanti con speranza» e sottolinea che «la Chiesa vuole che i cristiani cinesi siano davvero cristiani e che siano buoni cittadini», con una raccomandazione e un chiaro auspicio: «Promuovere il Vangelo, ma senza fare proselitismo — spiega il Papa — e raggiungere l’unità della comunità cattolica». Papa Francesco conferma quindi nel videomessaggio i passi compiuti nel cammino verso il recupero dell’unità della Chiesa in Cina con la Lettera di Benedetto XVI ai cattolici cinesi del 2007 e con il suo stesso messaggio Ai cattolici cinesi e alla Chiesa universale del 26 settembre 2018, in cui presentava l’Accordo Provvisorio sulla nomina dei vescovi, firmato il 22 settembre dalla Santa Sede e dalla Repubblica Popolare Cinese.
La priorità dell’unità della Chiesa in Cina è emersa anche dalla lettera sulla Cina scritta il 26 febbraio scorso a tutti i cardinali dal decano del Sacro Collegio, il cardinale Giovanni Battista Re, che segna una svolta nella discussione sui rapporti con la Cina. Mostra infatti un cambiamento nell’atteggiamento della Santa Sede, che ha dato prova di grande pazienza in questi anni anche davanti a polemiche accese all’interno della Chiesa stessa. La pazienza non è venuta meno, ma si è voluto fare chiarezza su false informazioni e su indicazioni dissonanti che possono provocare disorientamento. L’obiettivo è superare la confusione delle parole e dei giudizi, per far prevalere la forza dei fatti e dei documenti e per rafforzare «il cammino comune della riconciliazione, dell’unità e della missione a servizio del Vangelo».
L’ottantottenne cardinale Joseph Zen Ze-kiun, vescovo emerito di Hong Kong, il 27 settembre 2019 aveva inviato ai membri Collegio cardinalizio una lettera dai toni accesi nei confronti della Santa Sede in merito all’Accordo provvisorio sulle nomine dei vescovi siglato dalla Repubblica popolare cinese e il Vaticano il 22 settembre 2018. Il tono della lettera – che l’8 gennaio scorso il cardinale Zen aveva deciso di rendere pubblica – è stato il seguente: «Mi fa ribrezzo anche che sovente dichiarano che ciò che stanno facendo è in continuità con il pensiero del papa precedente, mentre l’opposto è vero. Ho fondamento per credere (e spero un giorno di poter dimostrare con documenti di archivio) che l’accordo firmato è lo stesso che Papa Benedetto aveva, a suo tempo, rifiutato di firmare». 
È ormai noto tale atteggiamento del cardinale Zen che da anni, anche da importanti testate giornalistiche statunitensi, non risparmia neppure accuse dirette al Segretario di Stato cardinale Pietro Parolin e persino allo stesso attuale Pontefice, creando grande confusione nel popolo di Dio in Cina e in tutto il mondo. Il 26 febbraio il cardinale decano del Collegio cardinalizio, Giovanni Battista Re, in veste ufficiale, aveva dunque inviato a tutti i cardinali una lettera nella quale risponde con chiarezza alle accuse formulate dal cardinale Zen sottolineandone la fattura menzognera e manipolatoria. Nella sua missiva il cardinale Re afferma che desidera «innanzitutto far risaltare» come, «nell’approccio alla situazione della Chiesa cattolica in Cina, c’è una profonda sintonia di pensiero e di azione degli ultimi tre Pontefici, i quali – nel rispetto della verità  – hanno favorito il dialogo tra le Parti e non la contrapposizione. In particolare essi avevano in mente la delicata e importante questione della nomina dei vescovi». Il cardinale decano ricorda infatti che fu San Giovanni Paolo II a promuovere l’idea di pervenire a un Accordo formale con le autorità governative cinesi sulla nomina dei vescovi. «Tale Accordo – spiega il cardinale Re – la cui stesura ha preso molto tempo, più di un ventennio, è stato poi firmato a Pechino il 22 settembre 2018». «In particolare – riprende il cardinale Re – purtroppo sorprende l’affermazione del Porporato che “l’accordo firmato è lo stesso che Papa Benedetto aveva, a suo tempo, rifiutato di firmare”». «Tale asserzione» di Zen – rimarca  Re – «non corrisponde a verità. Dopo aver preso conoscenza di persona dei documenti esistenti presso l’Archivio Corrente della Segreteria di Stato, sono in grado – afferma il cardinale decano – di assicurare a Vostra Eminenza che papa Benedetto XVI aveva approvato il progetto di Accordo sulla nomina dei vescovi in Cina, che soltanto nel 2018 è stato possibile firmare». Il decano del Collegio dei cardinali si sofferma poi a ribadire che «“Gli orientamenti pastorali della Santa Sede circa la registrazione civile del Clero in Cina” firmati il 28 giugno 2019 sono stati pensati proprio per salvaguardare la fede in situazioni complicate e difficili». E risponde quindi a Zen che nella sua lettera parla anche «“dell’uccisione della Chiesa in Cina da parte di dovrebbe proteggerla e difenderai dai nemici” e, in particolare, in un’intervista, si rivolge ai cattolici con queste parole: “attendete tempi migliori, tornate alle catacombe, il comunismo non è eterno” (New York Times, 24 ottobre 2018)».  «Purtroppo – afferma e commenta il cardinale Re – si tratta di affermazioni molto pesanti che contestano la stessa guida pastorale del Santo Padre anche nei confronti dei cattolici “clandestini”, nonostante che il Papa non abbia mancato di ascoltare ripetute volte il cardinale e di leggere le sue numerose missive». Era giunta dunque quantomai opportuna la lettera ufficiale del decano del Collegio cardinalizio che si conclude chiamando tutti i cardinali a stringersi attorno al Papa e a pregare con il Successore di Pietro «affinché lo Spirito Santo sostenga la comunità della Chiesa cattolica in Cina».
Dopo il messaggio diffuso da Papa Francesco, la comunità cinese ha ringraziato il Pontefice, dichiarandosi «accolti e incoraggiati, e molto grati a sua Santità. Ciò dimostra che il Papa sta pensando a noi, alla piccola comunità cattolica in Cina».
A farsi portavoce dei sentimenti dei cattolici cinesi alle parole del Papa, è stato padre John Baptist Zhang, fondatore della Xinde press e della Jinde Charities, l’organizzazione che ha sede a Shijizhuang City, capitale della Provincia di Hebei. «Papa Francesco vuole che siamo dei veri cristiani e buoni cittadini e ci chiede di essere uniti nella fede nel Vangelo. Questo è ciò che ci hanno detto di fare sia papa Giovanni Paolo II che il Papa emerito Benedetto XVI. Tutti e tre i Papi hanno inviato lo stesso messaggio ai cattolici cinesi. Questo è quello che stiamo cercando di fare sul continente, mettendo da parte le differenze e collaborando».

本文为天欧智库意大利特约记者Stefania Falasca提供,任何媒体或公众号未经许可不得转载,违者将追究法律责任。

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