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“兄弟情谊是人类的新疆界”

天瓯智库 天瓯智库 2021-03-01

本文共2212字,阅读时间预计8分钟。

Stefania Falasca

教宗参加联合国所设立的首届国际人类博爱日的线上庆祝活动:“兄弟情谊是我们时代的挑战,要么我们是兄弟,要么我们就相互摧毁”

国际人类博爱日新网站  图片来自Vaticannews

联合国设立了首个国际人类博爱日。在整个世界都处于一种不确定的状态之时,国际人类博爱日的确立象征着对于未来人类共存的希望。

在2月4日阿布扎比举行的虚拟会议上,教宗回顾了两年前在阿联酋与阿兹哈尔大伊玛目塔伊布签订的《人类兄弟情谊》文件,并作出非常清晰且充满远见的表态:“要么我们是兄弟,要么我们就全部崩溃。我们要在疆界上进行建设。”因为“这是我们世纪的挑战,我们时代的挑战。”“我们不能袖手旁观,不能远远看着,漠不关心。”

教宗此番言论,不只是将人类兄弟情谊视作一种希冀,而是勾勒出一种可应用于国际关系中的博爱文化,以克服诸般丑恶,走出一个面临崩溃的世界之阴影。基于人类兄弟情谊放眼去看,教宗表示,看似遥远的事情也与我们息息相关,因为博爱的视线从来都不是盲目短视的。教宗方济各在线上庆祝活动中对阿兹哈尔大伊玛目塔伊布表示感谢,将其称之为“我的兄弟,我的朋友,在为兄弟情谊奋斗路程中与我一道经受挑战和风险的同伴”,并感谢塔伊布“在对兄弟情谊文件进行反思和拟定这一路中的陪伴”。教宗表示,“他的见证对我的帮助很大,他作出了勇敢的见证。我知道,这不是一条容易走的路。但我们一起走了这段路,互相帮助。兄弟情谊的初衷在真正的友爱中得到了巩固,这是最美好的事。谢谢,兄弟,谢谢”。

对于教宗方济各来说,“兄弟情谊意味着伸出援助之手”,“意味着尊重”。“兄弟情谊是指以敞开的心去倾听。兄弟情谊意味着坚定自己的信念。因为如果拿自己的信念做交易,就不会有真正的兄弟情谊。”他解释道:“我们都是出自同一个父亲的兄弟。我们虽然各有不同的文化和传统,但我们众人是兄弟。尊重我们不同的文化和传统、不同的国籍,同时需要建立这兄弟情谊。”随后他得出结论:“这是确定的时刻,没有兄弟的世界就是敌人的世界。我想强调的是,我们不能表明兄弟或非兄弟。我们要明确地说,或是兄弟,或者敌人。因为敌人并不需要一场战争,只要冷漠相待就足矣。冷漠成了一门技艺,不要再有这门技艺,这是一种从旁观望的态度,不关怀他人,好似他人并不存在。”

大伊玛目塔伊布则饱含敬意地将教宗称为“弟兄”、“友爱与和平道路上的朋友”,并许诺“将在其余生中继续与教宗以及和平的支持者共同努力,使人类兄弟情谊的原则在全世界成为现实”。他希望2月4日(国际人类博爱日)成为“每年为全世界及政治领导人敲响的一次警钟,促使他们巩固这些原则”。

2019年2月4日,在前往阿联酋的牧灵之旅中,教宗和逊尼派阿兹哈尔大学的大伊玛目塔伊布签署了《人类兄弟情谊》文件,论及“人类对促进世界和平与共同生活的兄弟情谊”。几个月后,一个高级委员会得以成立,旨在将人类兄弟情谊文件的愿景落实为具体的行动。促进人类兄弟情谊高级委员会计划在阿布扎比的萨迪亚特(Saadiyat)岛建立一个亚巴郎之家,内设犹太教堂、天主堂和清真寺。此外,还设立了一个独立评审团,负责遴选“人类兄弟情谊扎耶德奖”的获奖者——那些致力于促进人们和睦共处并有突出表现之人。2020年12月21日,联合国大会宣布将每年的2月4日定为国际人类博爱日。教宗勉励圣座在宗座交谈委员会的指导下参加国际人类博爱日的庆祝活动。

2019年2月4日,在与教宗历史性签署人类兄弟情谊文件后,塔伊布于阿布扎比向东方的穆斯林兄弟们发出带有一丝悲伤的呼吁:“我属于一个可以被定义为‘战争一代’的世代...在余下的岁月里,我将与我的弟兄教宗方济各一起,与所有宗教领袖一道,保护我们的社会”。“当信仰不同宗教的人相遇,这可为双方引向净化与充实”。他还向新的一代发出呼吁:“请教会你们的孩子们对抗仇恨,让他们知晓这份文件”。

教宗和阿兹哈尔大伊玛目塔伊布 图片来自Vaticannews

人类兄弟情谊文件指出,宗教“绝不煽动战争,绝不怂恿仇恨、敌对、极端主义的情绪”,这些属于“对宗教的政治利用”,包括部分宗教团体“滥用宗教观念”,强迫人们去完成一些与宗教真理无关的举动。文件重申,“全能的天主不需要任何人的维护,也不愿意祂的圣名被用来恐吓别人”,文件还对“对宗教经典的误读”以及“造成饥饿、贫穷、不义、压制的政策”予以谴责。这一文件的产生基于梵二会议的大背景,源自两位领导人的个人对话。随着时间推移,逊尼派权威的神学领袖——阿兹哈尔大伊玛目塔伊布与教宗方济各之间建立起了友好的个人关系。这一点自2016年5月23日塔伊布访问梵蒂冈之时就得以体现。伊玛目在会面中表示,在多年危机之后,天主教会与伊斯兰教之间重新进行对话具有重大意义。双方就各大宗教当局和信众在缔造世界和平、抵拒暴力和恐怖主义方面的共同努力,以及基督徒在中东冲突与紧张环境中的处境和保护他们的措施等话题进行了商讨。此后,在2017年4月28日至29日教宗访问开罗期间,他们再次会面了。在逊尼派学术中心阿兹哈尔大学举办的国际和平会议上,教宗发表了讲话。这次会议的重点是探讨宗教领袖在反恐怖斗争及巩固公民完整尊严等工作中发挥的作用。自阿布扎比返程的航班上,教宗在受访时表示:“在准备这份文件的过程中,我们都为这件事不断反思和祈祷。伊玛目和它的团队,我和我的团队都为能够完成这份文件而特别祈祷。我认为此时只有一种极大的危险:摧毁、战争和我们之间的敌对。如果我们信徒之间无法握手、拥抱、亲吻和祈祷,我们的信仰就会被击败。这份文件源于对天主的信仰,祂是众人之父、和平之父。文件谴责各种摧毁行为、各种恐怖主义,加因的行为就是历史上的第一个恐怖主义。拟定这份文件花费了将近一年的时间,我们进行了充分的交流,多次祈祷.......直至其趋于成熟,以免‘婴孩早产’。”这是读懂2019年这份重要文件的背景,这一年也是亚西西的圣方济各与苏丹卡米尔(al-Malik al-Kāmil)于埃及达缅塔会面的800周年纪念。

在一月的“为人类兄弟情谊服务”视频中,教宗方济各重申要聚焦敬拜上帝和友爱他人的重要性,这也是三种一神论宗教的基本原则。在准备动身前往伊拉克之时,和平的讯息再次变得至关重要。

译:泳思

意文版

Papa Francesco: La Fratellanza è la nuova frontiera dell’umanità

L’intervento del Papa in occasione della celebrazione virtuale per la prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana indetta dall’ONU: «La fratellanza è la sfida dei nostri tempi, o siamo fratelli o ci distruggiamo»

  

Le Nazioni Unite hanno appena iscritto la prima Giornata Internazionale della Fratellanza Umana. Sull’orlo di un tempo incerto che il mondo intero sta attraversando, questo è un segno che si vorrebbe foriero di speranze per radicare il futuro dell’umanità nella coesistenza comune.

 

Nell’incontro virtuale tenuto lo scorso 4 febbraio ad Abu Dhabi – a memoria della firma del documento sulla Fratellanza umana siglato due anni fa negli Emirati Arabi con l’Imam di Al-Azhar – il Papa ha parlato con estrema chiarezza e con lungimiranza: «O siamo fratelli o crolla tutto. È la frontiera. La frontiera sulla quale dobbiamo costruire». Perché questa «è la sfida del nostro secolo, è la sfida dei nostri tempi». E «non possiamo lavarcene le mani, con la distanza, con la non-curanza, col disinteresse». È la voce del Papa che non si limita a considerare la fraternità un auspicio, ma delinea una cultura della fraternità da applicare ai rapporti internazionali, per superare i mali e le ombre di un mondo volto a implodere. E allargando lo sguardo alla luce della fraternità afferma che ciò che è lontano ci riguarda, perché lo sguardo della fraternità non è mai miope. Papa Francesco ha ringraziato così il Grande Imam di Al-Azhar, Ahmed Al-Tayyeb, accanto a lui nella celebrazione trasmessa in streaming, chiamandolo «mio fratello, mio amico, mio compagno di sfide e di rischi nella lotta per la fratellanza». Lo ha poi ringraziato «per la compagnia nel cammino per la riflessione e la redazione» del Documento, realizzato per affermare la fratellanza. «La sua testimonianza – ha detto il Papa – mi ha aiutato molto perché è stata una testimonianza coraggiosa. So che non era un compito facile. Ma abbiamo potuto farlo insieme, e aiutarci reciprocamente. La cosa più bella è che quel primo desiderio di fratellanza si è consolidato in vera fratellanza. Grazie, fratello, grazie». 

 

Per papa Francesco «fratellanza vuol dire mano tesa», «vuol dire rispetto». «Fratellanza vuol dire ascoltare con il cuore aperto. Fratellanza vuol dire fermezza nelle proprie convinzioni. Perché non c’è vera fratellanza se si negoziano le proprie convinzioni». E ha poi spiegato: «Siamo fratelli, nati da uno stesso Padre. Con culture, tradizioni diverse, ma tutti fratelli. E nel rispetto delle nostre culture e tradizioni diverse, delle nostre cittadinanze diverse, bisogna costruire questa fratellanza». E ha poi concluso: «Questo è il momento della certezza che un mondo senza fratelli è un mondo di nemici. Voglio sottolinearlo. Non possiamo dire: o fratelli o non fratelli. Diciamolo bene: o fratelli o nemici. Perché la non-curanza è una forma molto sottile d’inimicizia. Non c’è bisogno di una guerra per fare dei nemici. Basta la non-curanza. Basta con questa tecnica – si è trasformata in una tecnica –, basta con questo atteggiamento di guardare dall’altra parte, non curandosi dell’altro, come se non esistesse».

 

Da parte di Al-Tayyeb sono giunte parole di grande rispetto verso il Papa che a sua volta lo ha chiamato «fratello» e «amico sulla via della fraternità e della pace», con «la promessa di continuare a lavorare per il resto della sua vita con Francesco e con ogni sostenitore della pace «per rendere i principi di fratellanza umana una realtà in tutto il mondo», augurando che il 4 febbraio sia «ogni anno un campanello per il mondo e per i suoi leader, che li spinga a consolidare questi principi».

 

Il 4 febbraio 2019, nel corso del viaggio apostolico negli Emirati Arabi Uniti, il Papa e il Grande Imam dell’Università sunnita di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb, firmarono il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune. Pochi mesi dopo fu istituito l’Alto Comitato per la fratellanza umana per tradurre le aspirazioni del Documento in impegni e azioni concrete. L’Alto Comitato ha ora in programma di istituire una Casa famiglia abramitica, con una sinagoga, una chiesa e una moschea, sull’Isola Saadiyat ad Abu Dhabi. Ha costituito una giuria indipendente che riceve candidature al Premio Zayed per la Fratellanza umana, selezionando i vincitori il cui lavoro si è distinto per l’impegno permanente a favore della fraternità umana. Il 21 dicembre 2020 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha dichiarato all’unanimità il 4 febbraio Giornata internazionale della fratellanza umana e il Papa ha esortato la Santa Sede a partecipare alla celebrazione della Giornata internazionale sotto la guida del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso.

 

Ad Abu Dhabi il 4 febbraio del 2019 Al-Tayeb aveva fatto precedere il gesto della storica firma insieme al Papa del Documento da un appello dai toni accorati rivolgendosi ai fratelli musulmani in Oriente: «Appartengo – disse – a una generazione che può essere definita come la generazione delle guerre... Lavorerò con mio fratello il Papa, per gli anni che ci rimangono, con tutti i leader religiosi per proteggere le nostre società». «Quando le persone di religioni differenti s’incontrano – aveva poi affermato l’Imam – questo può indicare per entrambe le parti purificazione e arricchimento» e infine  rivolgendosi alle nuove generazioni: «Vi prego, insegnate questa barriera contro l’odio ai vostri figli, faste conoscere questo Documento».

 

Nel Documento si afferma che le religioni in quanto tali «non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, ostilità, estremismo», e si chiama in causa per queste aberrazioni «l’uso politico delle religioni» e anche le «interpretazioni di gruppi di uomini di religione» che hanno abusato del sentimento religioso per spingere gli uomini a «compiere ciò che non ha nulla a che vedere con la verità della religione». Si ripete che «Dio, l’Onnipotente, non ha bisogno di essere difeso da nessuno e non vuole che il Suo nome venga usato per terrorizzare la gente», e vengono denunciate le «interpretazioni errate dei testi religiosi», insieme «alle politiche di fame, di povertà, di ingiustizia, di oppressione». Il retroterra dal quale trae origine il Documento è nel solco del Concilio Vaticano II ma scaturisce dal dialogo personale intrapreso dei due leader. Tra l’Imam di Al-Azhar, l’autorevole centro teologico sunnita, e papa Francesco si è instaurato nel tempo un rapporto personale amichevole. Lo si era già visto con la visita di Al-Tayeb in Vaticano il 23 maggio 2016, dove l’Imam aveva rilevato il grande significato di quel nuovo incontro dopo anni di crisi, nel quadro del dialogo fra la Chiesa cattolica e l’Islam. Si erano intrattenuti sul tema del comune impegno delle autorità e dei fedeli delle grandi religioni per la pace nel mondo, il rifiuto della violenza e del terrorismo, la situazione dei cristiani nel contesto dei conflitti e delle tensioni nel Medio Oriente e la loro protezione. Poi nuovamente si erano incontrati nella visita del Papa al Cairo  il 28 e 29 aprile 2017, dove il Papa è intervenuto accanto ad Al-Tayeb alla Conferenza internazionale per la pace organizzata dal Centro accademico sunnita, che aveva messo a tema il ruolo dei leader religiosi nel contrasto al terrorismo e nell’opera di consolidamento dei principi di cittadinanza e integrazione richiedendo un’urgenza educativa che si deve considerare per la formazione. Sul volo di ritorno da Abu Dhabi interrogato su questo, il Papa aveva affermato: «Il Documento è stato preparato con tanta riflessione e anche pregando. Sia il Grande Imam con la sua équipe, sia io con la mia, abbiamo pregato tanto per riuscire a fare questo Documento. Perché per me c’è un solo pericolo grande in questo momento: la distruzione, la guerra, l’odio fra noi. E se noi credenti non siamo capaci di darci la mano, abbracciarci, baciarci e anche pregare, la nostra fede sarà sconfitta. Questo Documento nasce dalla fede in Dio che è Padre di tutti e Padre della pace e condanna ogni distruzione, ogni terrorismo, dal primo terrorismo della storia che è quello di Caino. È un documento che si è sviluppato in quasi un anno, andata, ritorno, preghiere… Ma è rimasto così a maturare, riservato, per non partorire il bambino prima del tempo, perché diventi maturo». Questo è il retroterra per leggere il documento del 2019, anno in cui si è celebrato anche l’ottocentesimo anniversario dell’incontro tra san Francesco di Assisi e il sultano al-Malik al-Kāmil a Damietta.

 

Lo scorso gennaio nel video «Al servizio della Fraternità Umana», papa Francesco ha ribadito l’importanza di concentrarsi su ciò che è essenziale nella fede delle tre religioni monoteiste: adorare Dio e amare il prossimo. Messaggio di pace che giunge ora nuovamente importante mentre si prepara il viaggio in Iraq.


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